Un cane allunga la vita, ora lo certifica la Medicina

Sul sito antibufale dell’Ordine nazionale, i risultati di una ricerca internazionale con risultati sorprendenti

ROMA. Un cane allunga la vita. Quante volte l’abbiamo sentito questo slogan. Ma questa volta sono i medici, anzi la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) a fare piazza pulita di ogni equivoco. Così sul loro sito “antibufale” dottoremaeveroche.it danno credito scientifico a quelle che possono sembrare chiacchiere da bar condizionate dall’amore grande per i quattro zampe nostri compagni di vita. Perché un amico fedele ci conduce a uno stile di vita più sano e all’aria aperta e ci aiuta nella crescita emotiva fin da piccoli.

I medici italiani riportano uno studio apparso su Circulation – la rivista dell’American Heart Association – dove si rivela che un cane potrebbe davvero allungarci la vita. Lo studio parte da una revisione di quasi 70 anni di ricerche globali – pubblicate tra il 1950 e il maggio del 2019 – che ha coinvolto quasi 4 milioni di persone negli Stati Uniti, in Canada, Scandinavia, Nuova Zelanda, Australia e Regno Unito. “L’avere un cane è associato a una riduzione del 24% della mortalità per tutte le cause”, ha affermato la dottoressa Caroline Kramer, endocrinologa e autrice principale della ricerca. E il beneficio aumenta per tutte le persone che sono state colpite da patologie vascolari (31%). Le maggiori possibilità di guarigione sarebbero anche collegati allo stile di vita più attivo che una persona, che magari vive sola, si trova a dover fare per accudire il suo cane anche portandolo fuori, come afferma un gruppo di studiosi svedesi.

L’American Heart Association indica ricerche che hanno scoperto che i proprietari di animali domestici che portano a spasso i loro cani fanno fino a 30 minuti in più di attività fisica al giorno. “Ci sono studi che suggeriscono che le persone che hanno cani hanno un profilo di colesterolo migliore e abbassano la pressione sanguigna. E accarezzare un cane può ridurre la pressione sanguigna tanto quanto un farmaco”, continua Kramer.

7 gennaio 2020
(Fonte La Repubblica)