Pannelli solari nei pascoli? Producono energia e fanno bene agli animali

In Australia il nuovo governo laburista sta investendo nell’agri-solare. Alcune aziende restano scettiche, perché temono competizione con le grandi compagnie energetiche.

Mentre l’Europa discute se incrementare o meno gli impianti di agri-fotovoltaico, in Australia le pecore starebbero producendo lana migliore e più abbondante proprio grazie alla presenza dei pannelli solari nei pascoli. Tra pianure sconfinate e sole abbondante, il Paese si sta rivelando il territorio ideale per i campi dotati di impianti che generano energia a basso costo. Oltre ai benefici sulla bolletta, alcune testimonianze e studi dimostrerebbero che le stesse pecore che pascolano in allevamenti dotati di pannelli solari ne stanno traendo vantaggi.

“È davvero sorprendente. Alcune pecore hanno un aspetto fantastico. Stanno crescendo in modo esponenziale e i tagli di lana sono tra i primi 5 per cento del distretto”, ha dichiarato al The Times Graeme Ostini, un allevatore del Nuovo Galles del Sud. In un Paese che ospita alcune delle più grandi fattorie solari del mondo e che ospita circa 70 milioni di pecore, gli allevatori australiani sono stati incoraggiati a lasciare liberi i loro animali intorno alle fattorie solari per garantire che l’erba e le erbacce non oscurino i pannelli.

Secondo alcune ricerche le pecore traggono beneficio dall’ombra fornita dalle installazioni, che migliorerebbe anche la qualità dell’erba che consumano. In Australia, dove scarseggiano le precipitazioni, l’umidità si condensa sui pannelli solari e si riversa sull’erba sottostante, creando pascoli più verdi. Tom Warren, un pastore del New South Wales occidentale, ha dichiarato all’Australian Broadcasting Corporation che i terreni vicini ai pannelli solari sono in grado di ospitare il 25% in più di pecore rispetto a pascoli equivalenti, confermando che la qualità della sua lana è migliorata. “Sarà per le condizioni in cui vivono le pecore”, ha detto. “È relativamente pulito, senza bave e senza polvere. La contaminazione della lana è minima e le pecore sono protette dal sole”.

Investimenti governativi

A credere nel potenziale della combinazione tra agricoltura e rinnovabili è innanzitutto il governo australiano, il cui nuovo primo ministro laburista Anthony Albanese ha promesso di trasformare il Paese in una “superpotenza delle energie rinnovabili”. Ad oggi l’energia solare è già la più grande fonte di energia rinnovabile del Paese, con il 9% della produzione totale (in aumento rispetto al 7% del 2019), mentre una casa australiana su quattro è dotata di pannelli. Si tratta del più alto tasso di diffusione al mondo. “Stiamo iniziando ad avere un’ottima base di studi che dimostrano come la co-localizzazione di agricoltura e fotovoltaico possa essere realizzata con successo”, ha detto Madeline Taylor, ricercatrice della Macquarie Law School in materia di politica energetica, aggiungendo che una ricerca su larga scala potrebbe dimostrarne l’effetto.

I terreni agricoli stanno offrendo le loro ampie superfici anche per veri e propri parchi solari commerciali su larga scala. Questo mese è iniziata la costruzione del più grande impianto di recupero e stoccaggio di energia del Paese, installato su quasi 2000 ettari di terreno agricolo a nord di Sydney. L’elettricità prodotta dalla New England Solar Farm andrà ad alimentare 250.000 abitazioni, con una prevista riduzione di emissioni di gas serra che potrebbe arrivare fino a 1,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. In pratica, come togliere dalle strade 330.000 auto. La combo tra agricoltura ed energia non convince però tutti gli interessati.

Oltre agli ambientalisti, che rimproverano ai pannelli di rovinare il paesaggio, anche una parte degli agricoltori è dubbiosa rispetto alla possibilità per le grandi fattorie solari di essere introdotte senza che vi siano costi per l’agricoltura tradizionale. In primo luogo perché necessitano circa due ettari o più di terreno per produrre un megawatt di energia solare. Sono quindi necessarie superfici molto grandi per essere redditizie. In secondo luogo c’è il rischio implicito di andare a competere con le grandi società che producono energia, anziché concentrarsi sulla produzione di beni alimentari. Anche nell’Unione europea, impegnata a trovare alternative sostenibili per sottrarsi alla dipendenza dalla Russia senza dover ripiombare nelle energie fossili, è in corso un dibattito sull’impatto che l’agri solare potrebbe avere per le aziende agricole, con il governo italiano che spinge per ampliare al massimo questo settore ed il suo potenziale.

Redazione Bruxelles

31 maggio 2022 

(Fonte AGRIFOODToday)

Foto credit New England Solar Farm