“È un serial killer di animali selvatici”: gli attivisti accusano Ricky Clark, star tv della derattizzatore e amante dei trofei di caccia

Per gran parte dei cittadini del Regno Unito Ricky Clark è il titolare di un’impresa di derattizzazione reso famoso da un programma della BBC. Per gli attivisti anti-caccia Ricky Clark è anche “uno dei più prolifici assassini seriali ancora a piede libero”. Nello specifico, avrebbe ucciso un centinaio di animali selvatici africani, riportandone a casa i corpi per esporli come trofei.

Sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto un’indagine in incognito che si basa anche su quanto raccontato loro dallo stesso Clark in alcune interviste.

L’hobby di Clark è completamente legale, ma forse non ancora per molto. Il parlamento britannico proprio venerdì 25 novembre inizia a discutere un progetto di legge che vieterebbe l’importazione di pellami, teste e carcasse di animali uccisi.

Secondo gli attivisti della campagna per vietare i trofei di caccia, Clark avrebbe partecipato a oltre venti safari in undici Stati africani e potrebbe aver ucciso più di cento animali.

Tra questi rientrano sicuramente leoni, ippopotami e ben due leopardi, una specie che potrebbe essere a rischio di estinzione. È stato lo stesso derattizzatore a raccontare i dettagli a un attivista che l’ha intervistato in incognito.

“Il primo leopardo l’ho ucciso da pochi metri di distanza per autodifesa, stavo cacciando un altro animale e lui mi è venuto addosso”. Era in Namibia; il secondo l’avrebbe ucciso qualche tempo dopo durante un safari in Zambia. Clark ha dichiarato con un certo orgoglio di aver ucciso anche bufali, iene e antilopi.

Il derattizzatore non è andato a caccia solo in Africa ma in mezzo mondo: Canada, Kirghizistan, Spagna, Francia, Finlandia, Repubblica Ceca, Ungheria. A casa ha una “stanza dei trofei” piena di animali imbalsamati – sono quelli che ha ucciso lui stesso.

Clark è diventato famoso, non solo nel Regno Unito, grazie a un programma che mostra i suoi interventi di derattizzazione. Con la fama è arrivata anche una certa ascesa sociale: a sentire lui, ora fa parte di un’associazione che può andare a caccia nei terreni di Sandringham House, residenza di campagna della famiglia reale.

Di sicuro ora è, suo malgrado, uno dei volti della campagna anti-caccia nel Regno Unito, che sta riempiendo la capitale di manifesti pubblicitari con le foto di cacciatori di trofei di caccia britannici.

(Fonte LA STAMPA| LaZampa.it)