Progetto MER, per ricostruire i nostri mari

STRATEGIA EUROPEA PER LA BIODIVERSITÀ

È il più grande progetto sul mare nell’ambito del PNRR. Ha l’obiettivo di ricostruire, individuare e ripristinare almeno 15 aree marine

Negli ultimi anni è aumentata sempre più la coscienza di questo pesante problema ambientale, principalmente in relazione all’inquinamento dei mari causato dai rifiuti. Dalla plastica al vetro, dai metalli al legno, fino ai tessuti e ai mozziconi di sigaretta. Detriti che minacciano l’intero ecosistema marino, con rischi per gli animali che li ingeriscono e per le spiagge e i fondali che ne sono invasi.

La situazione dei rifiuti in mare è grave, quest’ecosistema delicato va protetto.

La nascita del progetto

È stato presentato recentemente il Progetto PNRR MER (Marine Ecosystem Restoration), il più grande progetto sul mare nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, che vede Ispra come soggetto attuatore e il ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica come amministrazione titolare del finanziamento di ben 400 mln di euro per il 2022-2026.

Lo scopo è quello di attuare interventi per il ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini, il rafforzamento del sistema nazionale di osservazione degli ecosistemi marini e costieri e la mappatura degli habitat costieri e marini di interesse conservazionista nelle acque italiane con l’acquisizione di una nuova unità navale oceanografica, dotata di apparecchiature altamente tecnologiche in grado di scandagliare i fondali fino a 4000 m e strumentazione acustica ad altissima risoluzione.

La Strategia Europea per la Biodiversità chiede, entro il 2030 di proteggere il 30% dei mari europei e il 10% in modo rigoroso in ciascun Paese dell’Unione, ma il piano si muove oltre gli obiettivi di tutela e protezione: suggerisce infatti di capovolgere il degrado degli ecosistemi mediante interventi di ripristino con protocolli consolidati, ma su una scala spaziale molto vasta, mai sperimentata fino ad ora.

Interventi mirati e ben pianificati

Saranno molteplici le azioni da attuare previste nel progetto, alcune addirittura senza precedenti, scopriamole punto per punto:

  • Ripristinare banchi di ostrica piatta europea (Ostrea edulis) in cinque regioni bagnate dall’Adriatico: Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo. L’85% dei banchi naturali di ostriche è andato perduto a livello globale, ma sono fondamentali perché costruiscono veri e propri reef calcarei, l’equipollente alle nostre latitudini delle scogliere coralline tropicali, questo è il motivo per cui vengono chiamate “ingegneri eco sistemici”.
  • Mappare nuovamente gli habitat di tutta la costa italiana: in passato, le mappature di Posidonia oceanica erano state realizzate nel corso di più anni; ora si prevede di cartografarla in un solo lasso temporale. Grazie a tecnologie innovative si potrà essere molto accurati. Il monitoraggio da remoto, della circolazione marina superficiale, mediante antenne radar HF costieri prevede, poi, l’istallazione di 13 nuove antenne e la manutenzione di 7 antenne esistenti.
  • Conseguire una rete nazionale di boe d’altura per monitorare il moto ondoso, le correnti marine e i parametri meteo, unendosi alla già attuale Rete Ondametrica Nazionale (Ron). Verranno installate, a diverse miglia dalla costa, sei stazioni di monitoraggio su fondali fino a 1.000 metri e quattro stazioni di monitoraggio su fondali fino a 3000 metri. Sarà ripristinata la Rete Ondametrica con i suoi 15 punti di monitoraggio, omogeneamente distribuiti lungo le coste nazionali, integrando i sensori ondametrici con strumentazione utile alla definizione del clima marino e meteorologico, che fornirà elementi fondamentali per gli scenari di prossimi cambiamenti climatici che colpiranno la nostra penisola.
  • Mappare 90 monti sottomarini (seamounts) nel Mar Ligure, nell’Alto e Basso Tirreno, nel Mar di Sardegna, nel Mar Ionio e nel Mare Adriatico meridionale, con robot sottomarini (Rov), strumenti acustici ad alta risoluzione e una unità navale attiva H24 nel periodo 2024-2025-2026.
  • Ripristinare e proteggere le praterie a Posidonia oceanica, coralligeno e foreste a Cystoseira, in modo da promuovere il loro naturale recupero e riattivare la connettività ecologica.
  • Individuare e ripristinare almeno 15 aree dove sono presenti attrezzi da pesca e/o di acquacoltura abbandonati, preservando fauna e flora locali.

di FRANCESCA DANILA TOSCANO

12 Marzo 2023

(Fonte La rivista della natura |rivistanatura.com)