La prima giornata di Pianeta 2030 – il Festival: piccoli (e grandi) gesti per salvare la Terra

Comunità energetiche condominiali, transizione ecologica, salvaguardia della biodiversità (e dei cetacei). Le sfide della nostra epoca

Gli esseri umani come castori. O meglio, castori fuori controllo. In modo simile a questi mammiferi, siamo ingegneri eco sistemici che si adattano all’ambiente modificandolo. Con una grande differenza: «Quando costruiscono una diga, i castori creano nuovi ecosistemi e la biodiversità aumenta del 30%. Nel caso degli insediamenti umani, la biodiversità crolla».  A parlare è il filosofo della biologia ed evoluzionista Telmo Pievani, che ha aperto i lavori del primo appuntamento di Pianeta 2030-il Festival, partito in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente in Triennale a Milano. La differenza tra noi e il castoro ci mostra la direzione da seguire: «Non si tratta di affidarsi ciecamente a soluzioni ipertecnologiche o auspicare un ritorno alla natura incontaminata. Bisogna cambiare i nostri modelli di vita, imparando a costruire una relazione con l’ambiente». 

L’emergenza climatica richiede azioni urgenti

Cambiare modello significa anche incentivare la transizione ecologica, come ha ricordato il direttore del Corriere Luciano Fontana, che nel suo discorso di benvenuto con Edoardo Vigna, caporedattore responsabile di Pianeta 2030, ha sottolineato l’importanza di votare alle imminenti elezioni europee: «L’emergenza climatica è una realtà e richiede azioni urgenti, che devono tenere conto delle ricadute sociali. Una delle sfide più grandi per l’Europa è che nessuno resti indietro». Un concetto ripreso dallo scienziato del Cern, Guido Tonelli: «La materia che compone i nostri corpi è antichissima e limitata. Dobbiamo investire per resistere ai cambiamenti climatici, aiutando e includendo i più fragili». Insieme a lui Ignazio Capuano, presidente di Conai: «L’Italia compensa la carenza di materie prime col riciclo: siamo leader in Europa». 

Il ruolo delle aziende

Quello energetico è uno dei primi settori su cui intervenire. Lo ha ricordato l’amministratore delegato di Edison Energia: «Abbiamo già creato più di 65 comunità energetiche condominiali in Italia. Un modello di business che coinvolge direttamente i privati, rendendoli anche produttori». Degli sforzi per de-carbonizzare la produzione ha parlato anche Mara Panajia, ad e presidente di Henkel: «Nei nostri siti la quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili è salita all’ 89%». 

La trappola evolutiva dell’umanità

Con gli attori Giovanni Storti e Giacomo Poretti, Pievani ha parlato della «trappola evolutiva» in cui è finita l’umanità: «Abbiamo creato un cambiamento così radicale da non essere più capaci di adattarci alla trasformazione in atto». Ma, ha ricordato l’inedito trio, la nostra azione è anche parte della soluzione. Le nuove generazioni hanno una maggiore consapevolezza su questi temi. Come è emerso dal confronto tra Enrico Galletti e Beppe Severgnini, che hanno stretto un «patto generazionale» basato sull’esigenza di andare a votare per un cambiamento. 

Il viaggio di Alex Bellini in Alaska

Bisogna cambiare, dunque. Cambiare per contenere gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici. Come quelli documentati da Alex Bellini, di ritorno dall’Alaska. Qui, racconta l’esploratore, «l’85% dei villaggi rischia di doversi spostare a causa dell’erosione del ghiaccio. È già successo nel 1975 al villaggio di Shaktoolik, duecento anime, che rischia di essere ricollocato per la seconda volta». 

Cambiare il rapporto uomo-natura

Tra le testimonianze nel Salone d’Onore di Triennale Milano, dove si sono succeduti gli ospiti, quella di Cristina Giacoma dell’Università di Torino, che dal Madagascar ha inaugurato i collegamenti della rubrica Mappamondo: «Il Madagascar è molto povero e la tentazione di sfruttare la foresta come risorsa è forte: il nostro impegno è aiutare i locali a valorizzarla e conservarla». Ha sottolineato la necessità di cambiare il nostro rapporto con le popolazioni locali anche Mere Takoko, direttrice esecutiva della startup climatica maori Hinemoana Halo Ocean Fund: «Ci siamo battuti per dare riconoscimento giuridico alle balene. La prossima sfida sarà attribuire a questi cetacei un valore economico per i servizi eco-sistemici che svolgono: ogni balena nel corso della vita sequestra 33 giga tonnellate di CO2».

Gli appuntamenti di oggi, giovedì 6 giugno

Pianeta 2030 – il Festival, iniziato mercoledì 5 giugno in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, continua. Oggi,  giovedì 6 giugno, dopo lo spettacolo di Adrian Fartade per le medie (alle 10) e il seminario di fotografia con Lorenzo Colantoni in Agorà, alle 15 nel Salone d’onore apre i lavori il neuroscienziato Giorgio Vallortigara. Segue il benvenuto di Edoardo Vigna con Stefano Boeri, Barbara Mazzolai, Lorenzo Colantoni e Veronica Coppolaro dalle Svalbard. E ancora, gli Eugenio in via di Gioia, Ilaria Gaspari, Andrea Rinaldo, il biologo Luiz Rocha dalla California, Simone Targetti Ferri di L’Oréal Italia e Antonio Perazzi. In seguito Andrea Segrè, Silvia Moroni con Carlotta Perego, Vincenzo Trione, Michele Samoggia di Philip Morris, Andrea Rosso di Diesel, Isabella Rossellini da New York e Maurizio Cheli. 

Alle 21 in Teatro Triennale con Nicola Lagioia

Alle 21 in teatro una serata condotta da Sara Zambotti di Radio 2 in cui Nicola Lagioia converserà con Vinicio Capossela, Massimo Polidoro, Valentina Sumini, Ludovico Tersigni, Cristiano Godano, Valerio Nicolosi e Rose Villain, sulle note di Anaïs Drago. Programma completo qui

di Valeriano Musiu
06 Giugno 2024
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA)
IN COPERTINA Da sinistra: gli attori Giovanni Storti e Giacomo Poretti con Telmo Pievani sul palco del Festival di Pianeta 2030 in Triennale. A Milano fino all’8 giugno