Arriva il traduttore per capire le galline. L’intelligenza artificiale rivoluziona il rapporto tra uomo e animale

La ricerca portata avanti dalla Dalhousie University applica l’intelligenza artificiale per decodificare il linguaggio dei polli. È un progetto destinato a rivoluzionare la nostra comprensione di questi pennuti e dei loro metodi di comunicazione, offrendo una finestra sul loro mondo che prima ci era preclusa.

L’unico ostacolo per godere di un vero rapporto tra essere umano e animale sta per essere abbattuto. Presto, infatti, potremo comprendere ciò che si dicono polli e galline grazie a uno specifico programma di intelligenza artificiale sviluppato dai ricercatori della canadese Dalhousie University. A “umanizzare” il linguaggio degli animali ci ha pensato da circa un secolo la Disney, ma questo “traduttore” si propone come un vero e proprio passo in avanti per capire effettivamente le dinamiche sociali e relazionali all’interno del mondo animale. E magari per parlare con loro.

Come comunicano i polli

I polli sono ottimi comunicatori, lo testimoniano i loro richiami e gli “strilli” che non vanno considerati solo come suoni casuali, bensì parte di un sistema linguistico complesso. Si tratta del loro modo di interagire con il mondo ed esprimere gioia, paura e inviarsi segnali sociali reciproci. Come per gli esseri umani, il loro linguaggio varia a seconda dell’età, dell’ambiente e, sorprendentemente, è condizionato anche dall’addomesticamento: ci fornisce così indicazioni sulle loro strutture sociali e sui loro comportamenti. La comprensione di queste vocalizzazioni potrebbe avere un ruolo fondamentale per trasformare il nostro approccio all’allevamento del pollame, migliorando il benessere e la qualità della vita dei polli.

Come funziona il traduttore di polli

Il vantaggio dell’uso dell’intelligenza artificiale sta nel fatto che questa può analizzare grandi quantità di dati audio. In questo caso gli algoritmi creati dai ricercatori della Dalhousie University stanno imparando a riconoscere modelli e sfumature nelle vocalizzazioni dei polli. Un compito non semplice, a quanto pare, dato che i polli utilizzano una gamma di suoni che variano in altezza, tono e contesto. Uno degli aspetti più interessanti di questa ricerca è la comprensione del contenuto emotivo dei suoni emessi. Utilizzando l’elaborazione del linguaggio naturale – tecnologia spesso usata per decifrare anche le lingue umane – gli studiosi stanno imparando a interpretare gli stati emotivi dei polli. Si riesce quindi a capire se sono stressati o se stanno bene così da poter prendere decisioni più azzeccate sulla loro cura e su quella del loro ambiente.

Il ruolo della comunicazione non verbale

Oltre ai parametri sonori, i ricercatori stanno analizzando anche vari aspetti della comunicazione non verbale. Utilizzando metodi non invasivi come i video e la termografia, si sono osservati cambiamenti nella temperatura intorno agli occhi e alla testa, ma anche variazioni nel comportamento degli ammiccamenti, che sembra possano essere considerati come risposte allo stress. Questi risultati preliminari, in via di approvazione scientifica, aprono nuove strade alla comprensione di come i polli esprimono i loro sentimenti, sia a livello comportamentale che fisiologico, fornendoci ulteriori strumenti per valutare il loro benessere.

Un uso etico dell’AI

Continuando a fare passi avanti in questo campo, si aprono le porte a una nuova era nell’interazione tra uomini e animali. Con questi sviluppi, il viaggio nella decodifica del linguaggio dei polli non è solo un’attività accademica, ma si tratta di un passo importante verso un mondo più empatico e responsabile. Sfruttando l’intelligenza artificiale in questo modo non si svelano “soltanto” i segreti della comunicazione aviaria, ma si andranno a definire nuovi standard per il benessere degli animali e l’uso etico della tecnologia.

a cura di 

22 Marzo 2024

(Fonte GAMBERO ROSSO)