Diana Cerini, la docente della Bicocca che insegna a difendere gli animali

Un corso alla Bicocca

Dalle attenzioni al cane di famiglia alle battaglie per gli esemplari contesi. Diana Cerini è professore ordinario di Diritto privato comparato e insegna a tutelare i diritti dei cuccioli: «Il loro benessere è legato al nostro»

Aveva dodici anni, e sognava di avere un cane tutto suo. Ma i genitori di Diana Cerini erano irremovibili: «In appartamento non si può, troppo complicato per il cane, per noi, per i vicini». Diana Cerini iniziò a capire allora «che gli animali vanno tutelati anche con gli strumenti che offre la legge, non solo amati». Oggi lei ci prova, in Università, dopo essersene occupata per anni anche come avvocato: è professore ordinario di Diritto privato comparato in Bicocca e lo scorso anno ha attivato un Corso di Formazione post universitario su «Diritto e benessere degli animali», unico nel settore, che dirige. Si sono iscritti avvocati, veterinari, agenti del nucleo cinofilo della Polizia di Stato, allevatori.

Le aree di insegnamento vanno dal diritto penale, civile, amministrativo, con incontri di approfondimento con avvocati, garanti dei diritti degli animali e associazioni di tutela. Lezioni on line, data l’emergenza Covid, che la professoressa Cerini tiene dalla sua casa in Brianza, mentre su un divano Clotilde, l’anziana cagnolona meticcia recuperata da un abbandono, cerca di sonnecchiare ignorando Blu, il suo compagno cane più giovane e giocherellone. «Amo gli animali da sempre. Sin da quando ero ricercatrice ho approfondito lo studio del diritto degli animali, perché mi sembra che manchi in Italia una diffusa cultura accademica e di insegnamento dell’animal law, come avviene invece in molte università estere, con le quali collaboro. In Italia si parla talora di animali in diritto penale, ad esempio in casi di maltrattamenti che balzano alle cronache, meno spesso in altri settori: penso a temi come la sorte dell’animale d’affezione in caso di separazione o di morte dei “compagni umani”, i costi delle cure mediche, i danni provocati a persone o altri animali e obblighi di risarcimento, o ancora il diritto delle persone ricoverate a vedere i propri animali, alle polizze assicurative adeguate ai pet».

Le questioni aperte e le controversie aumentano, «c’è altissimo interesse da parte dei professionisti». Tant’è vero che Bicocca ha dovuto respingere richieste di iscrizione al corso arrivate fuori tempo massimo: «Gli iscritti chiedono competenze, io parto dalla considerazione che l’animale non deve e non può più esser considerato solo un bene come prevede ancora il nostro Codice Civile, ma piuttosto, come già avviene nella legislazione europea, come un essere senziente. E la tutela va affrontata in tutti i contesti: affezione, allevamento, sport, moda». Cerini ne ha parlato pochi mesi fa anche in Senato, chiamata ad intervenire come esperto nella Commissione Affari Costituzionali che analizza i progetti di legge sul tavolo per il possibile inserimento della tutela degli animali nella Costituzione italiana e le conseguenti modifiche nel Codice Civile: «Lo ripeto spesso — conclude la professoressa —. Il benessere degli animali, oltre che un loro diritto, è strettamente connesso anche al nostro benessere».

di Leila Codecasa

(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA | Milano/Cronaca)