La maternità in gabbia: un film per raccontare le sofferenze dei maiali

IL CORTOMETRAGGIO

«Motherhood», della regista olandese Helena Schellekens, diffuso dalla coalizione End the cage age per spingere la campagna per l’eliminazione delle gabbie negli allevamenti della UE.

Lui dipende totalmente da lei. Lei è la sua fonte di nutrimento, il suo primo e unico riferimento al mondo, una fonte di calore e di amore. Lui è il piccolo e lei è la sua mamma. La tenerezza e l’affetto traspaiono incontenibili. Anche se possono manifestarsi solo nello spazio di un paio di metri quadrati, inesorabilmente delimitato da sbarre di ferro. Perché lui è maialino venuto al mondo da pochi giorni; lei è la madre, una scrofa di un allevamento intensivo che come tutte le fattrici in questi ambienti passa l’intera sua esistenza senza potersi muovere, con il solo compito di sfornare e allattare cuccioli che poi diventeranno adulti e che si trasformeranno in prosciutti e tagli di carne. Una realtà molto diffusa, tradotta in immagini da «Motherhood» (maternità, appunto), il cortometraggio della regista olandese Eline Helena Schellekens e della montatrice Kate Morgan, che mostra il lato prigioniero della maternità. Sckellekens e Morgan sono autrici anche del pluripremiato «M6NTHS», che raccontava la vita negli allevamenti intensivi dal punto di vista di un suinetto.

Il nuovo film, commissionato da Compassion in World Farming, è stato diffuso alla vigilia della Festa della mamma dalla coalizione internazionale End the Cage Age, che raccoglie 170 tra associazioni, movimenti e ONG di tutta Europa (21 in Italia) che si battono per il superamento delle gabbie e dei dispositivi di costrizione totale negli allevamenti industriali. Noi abbiamo però scelto di parlarne oggi, all’indomani della giornata che celebra la maternità, perché se c’è un giorno dedicato alle rose e ai cioccolatini, ce ne sono altri 364 in cui essere mamma non è solo festa. A volte vale anche per gli esseri umani. Di certo è sempre così per gli animali allevati a scopo alimentare.

La coalizione ha promosso nel 2018 un’Iniziativa dei cittadini europei (Ice), una sorta di legge di iniziativa popolare, chiedendo la progressiva eliminazione delle gabbie come metodo di allevamento nelle aziende che hanno avviato processi di tipo industriale. Una pratica che non tiene in considerazione il benessere degli animali, che ancorché destinati al macello, sono esseri senzienti, in grado di provare emozioni e sofferenza. Il testo, approdato sul tavolo della Commissione Europea, è stato sostenuto da più di un milione e 400 mila firme raccolte nei diversi Stati membri. Ed è ora entrato a pieno titolo nel calendario istituzionale — sì è già svolta un’audizione pubblica del Parlamento europeo, lo scorso 15 aprile, con parlamentari e membri della commissione —affinché sia valutato dagli organi comunitari e possa condurre a leggi che prevedano maggiori tutele.

La stessa UE, del resto, aveva commissionato motu proprio all’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, studi sulle criticità presenti nelle diverse forme di allevamento sul fronte dell’animal welfare e molti dei pareri rilasciati dagli esperti avevano evidenziato, tra le altre cose, la necessità di garantire ai capi allevati maggiori spazi e maggiori possibilità di movimento. La coalizione chiede anche che, una volta stabilito il superamento delle gabbie nella UE, venga previsto il divieto di importare nel territorio comunitario prodotti che provengano da Paesi che ancora le utilizzano. Il cortometraggio «Motherhood» viene lanciato proprio in concomitanza con questa fase di interlocuzione istituzionale come sollecitazione alla Commissione UE, che dovrà esprimersi in proposito.

«Motherhood mostra come la maggior parte delle scrofe nell’UE vive la propria maternità — sottolinea Olga Kikou, direttrice europea di Compassion in World Farming — . Sono animali altamente senzienti che vengono ridotti a oggetti, mere unità di produzione confinate in un gabbia. La UE non può ignorare l’urgente necessità di eliminare gradualmente tutte le gabbie in Europa e garantire standard equivalenti di benessere animale anche sulle importazioni di carne, latticini e uova che entrano nel territorio europeo». La protagonista del cortometraggio è una madre che non rinuncia ad esserlo anche se è confinata in uno spazio ridotto che non le permette neppure di girare su se stessa, con i suoi suinetti che le si accucciano contro, che si attaccano alle sue mammelle, che scambiano con lei affettuosi strusciamenti di muso. «I maiali sono animali incredibilmente intelligenti, sensibili e curiosi, con grandi personalità — aggiunge la regista Helena Schellekens —. Realizzando M6NTHS e Motherhood, volevamo rendere visibile la vita dei maiali negli allevamenti intensivi attraverso la loro prospettiva. Credo profondamente che possiamo porre fine all’era delle gabbie».

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Le 21 organizzazioni italiane che hanno aderito alla coalizione End the Cage Age sono: Amici della terra Italia, Animal Aid, Animal Equality, Animal Law Italia, Animalisti Italiani, Ciwf Italia Onlus, Confconsumatori, Enpa, Hsi/Europe – Italia, Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, Lega per l’abolizione della caccia, Lav, Legambiente, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Leidaa, Oipa, Partito Animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus, Lumen.

di Alessandro Sala 
10 Maggio 2021
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA | Animalia)
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