La straordinaria foto di una delle ultime tigri della Malesia

Il fotografo Emmanuel Rondeau ha installato per cinque mesi otto foto trappole ad alta definizione in una delle ultime roccaforti delle tigri in Malesia. Negli anni ‘50 – spiega il WWF – si stimava che nel Paese vivessero circa 3.000 esemplari: oggi la perdita di habitat e il bracconaggio hanno ridotto la popolazione a meno di 150 individui

Uno scatto straordinario, che desta speranza. Il WWF e il fotografo naturalista Emmanuel Rondeau hanno scattato una fotografia in alta risoluzione di una delle ultime tigri della Malesia. Mentre negli anni ’50 si stimava che in Malesia vivessero circa 3.000 tigri, oggi la perdita di habitat, la diminuzione delle prede e il bracconaggio per il commercio illegale di parti del loro corpo e per i conflitti con le comunità locali, hanno ridotto la popolazione a meno di 150 individui (qui il report sull’ultima giornata mondiale della tigre). La fotografia fa sperare che gli sforzi di conservazione intensificati da parte del governo malese, delle comunità indigene e di organizzazioni stiano portando a risultati positivi. Rondeau ha installato per cinque mesi otto foto trappole ad alta definizione in una delle ultime roccaforti delle tigri in Malesia, la foresta di Belum-Temengor, nel nord della penisola. Il progetto è stato possibile grazie al sostegno delle squadre di pattugliamento della comunità indigena e del WWF-Malesia, che si è occupato dell’identificazione delle aree e delle attività necessarie per montare e controllare le video-trappole.

«La realizzazione di queste immagini ha richiesto mesi di preparazione e lavoro sul campo. Sapevamo che sarebbe stato molto difficile, considerando la bassa densità di tigri nella regione e le minacce che stanno affrontando, ma sapevamo anche che il compito era estremamente importante. Queste immagini ad alta definizione sono il simbolo di una nuova generazione di speranza», racconta Rondeu. In Malesia, il declino delle tigri riflette le complesse sfide che queste magnifiche creature devono affrontare in tutto il sud-est asiatico: «Catturare una foto di una tigre malese nel suo habitat naturale —aggiunge la’autore — è una rarità. Ogni immagine serve come fonte di speranza e toccante promemoria degli sforzi continui necessari per salvaguardare la sua esistenza». Una delle maggiori minacce per questi animali sono le trappole, utilizzate dai bracconieri per catturare non solo le tigri ma anche altri animali, come le prede delle tigri, da vendere poi nel mercato illegale di animali selvatici. Il lavoro delle squadre di pattugliamento indigene avviato in Malesia nel 2018 ha portato, tra le altre cose, anche alla riduzione delle trappole nell’area del 98%. Sul Pianeta circa 1 milione di specie è a rischio estinzione e i tassi di scomparsa sono tra le 100 e le 1.000 volte più rapidi di quelli naturali.

Perdita di habitat, crisi climatica, conflitti con l’uomo, bracconaggio e commercio illegale sono solo alcune delle terribili minacce che specie iconiche come la tigre, l’elefante, il panda, la tartaruga marina e tante altre si trovano ad affrontare ogni giorno. La perdita di habitat causata dall’espansione umana è la prima minaccia anche per le tre specie di elefanti sul Pianeta, tutte a rischio estinzione. Non sono da meno le insidie che deve affrontare la tartaruga marina Caretta caretta: dall’erosione delle spiagge all’inquinamento luminoso fino alle catture accidentali e l’inquinamento da plastica. Non a caso, in vista del Natale, WWF lancia la campagna «Proteggerle. Lo stai facendo bene», accompagnata da un nuovo video ironico e ricco di provocazioni, realizzato con i linguaggi tipici del mondo della moda per attirare l’attenzione sulle specie a rischio.

09 Novembre 2023
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA)