Adozioni ferme e cuccioli in allevamento: appello al governo

Da due mesi ci sono adozioni bloccate e cuccioli fermi in allevamento. Animali e famiglie attendono un cenno da parte dei ministri competenti e del governo. Politici, veterinari e imprese del settore chiedono risposte che ancora non sono arrivate. Solo 24zampe ha ricevuto circa 400 richieste di chiarimento (qui e qui) da parte di cittadini che aspettano un nuovo animale in famiglia ma non sanno come fare ad andare a prenderlo in canile, al gattile o in allevamento, tra timori di multe, rischi di denunce e indicazioni contraddittorie. Soffrono moltissimo gli animali nelle gabbie in attesa di adozione ma anche per i cuccioli nati in allevamento c’è un tempo – stimato tra i 60 e i 90 giorni di vita – per separarsi dalla madre e inserirsi nella nuova famiglia per evitare futuri problemi di socializzazione e di squilibri caratteriali.

GLI ANIMALISTI: IL GOVERNO RIAPRA ALLE ADOZIONI

Dopo l’appello di Michela Vittoria Brambilla dei giorni scorsi oggi è la collega dell’intergruppo parlamentare animali Patrizia Prestipino a lanciare l’allarme e chiedere al ministro della Salute Roberto Speranza di consentire il transito verso le loro nuove case a quei cani e gatti rimasti fermi in canili e gattili. “Altrimenti sono pronta alla disobbedienza civile, li vado a prendere io di persona questi cani”, provoca la piddina. I canili del sud, dai quali dipendono le adozioni del nord, sono pieni: secondo l’ultimo rapporto Lav sul randagismo sono circa 120mila i cani rinchiusi nelle strutture che per la maggior parte si trovano in Puglia, Campania e Sardegna.

I VETERINARI: LA BELLANOVA TUTELI IL PATRIMONIO CINOFILO

Prima era “indifferibile“, ora è “urgente” consegnare 12mila cuccioli nati in allevamento che da oltre due mesi sono attesi dai loro proprietari. Lo dicono – ancora – i veterinari di Anmvi con una lettera al ministro Teresa Bellanova e alle competenti direzioni del Mipaaf: va “tutelato il patrimonio cinologico e felino nazionale”, sennò “le nuove nascite, iscritte ai rispettivi libri genealogici, rischiano di andare incontro a problemi di salute e di benessere”, è l’allarme dei medici degli animali. La richiesta è di autorizzare gli spostamenti per motivi di salute e permettere ad allevatori e proprietari di spostarsi fuori regione.

6 maggio 2020 Guido Minciotti

 

(Fonte Sole 24 ore)