Soldati e cani militari: la decisione del Ministero

Il Ministero della Difesa ha preso un’importante decisione per quanto riguarda i cani militari che una volta raggiunti i limiti d’età vanno in “pensione”.

di Nina Segatori

 

Quando i cani militari non hanno più la forza fisica per compiere le importanti missioni per le quali sono stati addestrati, vanno in “pensione”. Ora il Ministero della Difesa ha deciso che potranno essere assegnati al loro collega umano.

La decisione

I cani soldati hanno compiti che richiedono un’agilità fisica e mentale molto impegnativa. Per questo quando vanno in “pensione”, in realtà sono ancora giovani ma considerati non più adatti alle missioni.

Che fine fanno, quindi? Il Ministero della Difesa ha deciso che i loro conduttori avranno la priorità sull’adozione. A confermarlo è il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, che ha dichiarato che il decreto legislativo 173 stabilisce che:

«Il personale militare conduttore dei cani delle Forze armate riformati, in quanto non più idonei al servizio, possa ottenerne, in via prioritaria, la cessione a titolo gratuito».

In più, avranno anche un’assistenza veterinaria del valore di massimo 1200 euro l’anno.

Cani militari

Una degna decisione per degli eroi a 4 zampe che dedicano la loro vita al bene comune, rischiandola ogni giorno accanto al loro soldato umano.

«I nuclei cinofili dell’Esercito, composti da un militare qualificato conducente cinofilo ed un cane qualificato Military Working Dog – ha spiegato Tofalo – sono uno strumento operativo che costituisce, per i nostri i militari in Patria in Patria e all’estero, un significativo sensore in grado di rilevare la presenza di sostanze esplosive».

Una volta in pensione, possono cominciare una nuova esistenza, rimandendo comunque accanto all’uomo che hanno seguito per tutta la loro vita.

29 maggio  2020

(Fonte Wamiz)

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